Da qualche tempo a questa parte c’è una nuova figura professionale che lavora a stretto contatto con il mondo di Bergamo Basket: si tratta di Francesco Marcaletti, biologo nutrizionista, che sta aiutando i ragazzi nel rapporto alimentazione-attività sportiva. Una figura assolutamente interessante, un mondo – quello del cibo – che tante volte viene considerato non fondamentale, che invece andremmo preso seriamente in considerazione.
Per conoscere meglio Francesco e di cosa si occupa, gli abbiamo fatto alcune domande. Buona lettura.
Come hai scoperto il mondo della pallacanestro?
Il mio avvicinamento al mondo della pallacanestro è avvenuto non molti anni fa, in circostanze che definirei fortuite e casuali. A differenza della maggior parte delle persone che ruotano attorno ad una squadra, che sono tutt’ora o sono state giocatori a vari livelli, io non ho mai praticato questo sport; sono stato trascinato in questo mondo da alcune persone a me care che mi hanno portato ad assistere ad alcune partite dei playoff del campionato italiano di serie A: da quel momento ho iniziato a seguire sempre più assiduamente le partite ed ora eccomi qui. Se solo l’avessi scoperto prima…
Qual è il tuo ruolo all’interno di questa squadra?
Avrei voluto essere giocatore… ma niente: dicono nutrizionista! Mi occupo di tutti gli aspetti inerenti all’alimentazione e all’integrazione, valuto lo stato fisico dei giocatori, programmo la loro alimentazione ed integrazione, curo le scelte alimentari durante le trasferte, affiancandoli giorno per giorno, con lo scopo di ottimizzare il loro benessere fisico e creare insieme a loro le condizioni che permettano di esprimere al meglio il loro potenziale.
Quanto è importante l’alimentazione per un atleta di questo livello?
È fondamentale. È considerazione naturale il fatto che l’alimentazione accresca la sua importanza mano a mano che il livello atletico e tecnico si alza. In tutti gli sport, infatti, e così anche nel basket, negli ultimi anni si sta assistendo ad una maggiore attenzione alla cura del dettaglio e agli aspetti, oltre che tecnici, fisici – e dunque anche legati alla nutrizione – per migliorare le prestazioni del singolo e della squadra. A questi livelli, l’alimentazione ha il ruolo indispensabile di porre le basi per supportare carichi allenanti sempre più intensi e permettere adattamenti funzionali, aiuta inoltre a prevenire gli infortuni di natura non traumatica e permette di velocizzare i processi di recupero muscolare post allenamento e post partita. Considerando l’elevata frequenza con cui – in alcuni momenti della stagione agonistica – si disputano le partite, l’alimentazione rimane uno tra gli aspetti fondamentali su cui porre attenzione.
Quanta consapevolezza c’è rispetto al fatto che alimentarsi in maniera corretta aiuta le prestazioni sportive?
Nel corso della mia esperienza, ho potuto notare che negli sport di squadra, diversamente da quelli individuali, si ha spesso a che fare con giocatori che non sono pienamente consapevoli del beneficio che può apportare una corretta alimentazione; tendono a prevalere l’abitudine, la difficoltà e la fatica di cambiare consuetudini radicate nel tempo. Ho allo stesso tempo notato che i più attenti sono i giovani, consapevoli del fatto che per arrivare in alto e per migliorare giorno dopo giorno, sia necessario curare ogni aspetto ed ogni dettaglio. Sono dunque fortemente convinto che sentiremo sempre più parlare di nutrizione sportiva, sia ai massimi livelli che a livello amatoriale.
Quali sono i falsi miti più comuni legati all’alimentazione dello sportivo?
Spesso viene data troppa importanza alle proteine, dimenticando quello che è il nostro carburante principale: i carboidrati. Non è raro, infatti, trovare atleti che consumano quantità elevatissime di proteine con la convinzione di fare la cosa giusta. Equilibrio e giusto rapporto tra i nutrienti sono le parole d’ordine per un’alimentazione ottimale.